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28 Marzo 2020
Parasite – Bong Joon Ho – Graphic Novel – Fumetto
Parasite – Bong Joon Ho – Graphic Novel – Fumetto
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Parasite, il film di Bong Joon Ho che ha vinto l’Oscar come miglior film nel 2020, verrà distribuito come una Graphic Novel.

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La notizia di pochi giorni fa è che Bong Joon Ho, autore cinematografico che ha raggiunto l’apice della fama, tra appassionati di cinema e non, con il film Parasite – protagonista della notte degli Oscar – sta per distribuire una Graphic Novel del film. Questa edizione si baserà interamente sugli storyboards creati per il film dallo stesso regista.

Sebbene la notizia possa essere letta come una conferma della volontà di sfruttare economicamente il successo del film e commercializzare l’opera il più possibile utilizzando formati differenti – e molto probabilmente la lettura non è così errata – c’è comunque un motivo di interessa che va oltre la mera operazione commerciale: Bong Joon Ho gira i suoi film utilizzando lo storyboard in maniera precisa e quasi esclusiva.

Infatti, il regista sud-coreano, ha una metodologia cinematografica che viene vista con terrore da molti insegnanti di regia. Generalmente e raccontata in maniera estremamente semplificata, una scena viene settata e poi girata fotografando dei masters (tecnicamente risolta con un piano largo che contiene tutto l’avvenimento) e poi girata divisa in piani più stretti (e ravvicinati) che servono a dare maggiore attenzione ad una o un’altra situazione, con l’aiuto di shots di copertura che servono per coprire eventuali momenti da tagliare in fase di montaggio. Questa tecnica rappresenta un po’ la lezione classica che si ritrova su ogni manuale di regia: le ragioni dell’esistenza di questa tecnica possono trovarsi nella velocità di esecuzione delle riprese, nell’economia che ne consegue, nella conoscenza di tutti i reparti creativi del suddetto metodo e nel risultato di mandare in montaggio un maggior numero di alternative possibile (così che il montatore abbia più opzioni nel caso si trovi di fronte a dei “problemi” – presenza di tali problemi che chiunque abbia fatto da montatore sa che è più una norma che un’eccezione).

Bong Joon Ho, invece, così come altri registi (uno su tutti? Hitchcock), procede nel creare uno storyboard dal quale poi prepara le riprese, una volta che il film è stato scritto. Sebbene lo storyboard sia uno strumento largamente in uso nella regia “da manuale”, il regista sud-coreano difficilmente gira altri angoli o inquadrature di copertura rispetto a quelle previste dal suo storyboard. Un metodo, che seppur non suo esclusivo, fa si che lo storyboard sia un vero e proprio film su carta anziché solo che su cellulosa.

Vashi Nedomansky afferma facendo una comparazione tra lo storyboard e gli shot del film:

Un’altra testimonianza viene offerta da John Hurt dal set di Snowpiercer: il principale tra i suoi vari talenti, è il dono della precisione, dice Hurt “Le uniche inquadrature sono quelle che sono montate. Sembra Hitchcock impazzito! Tende a non girare angoli diversi. Sa esattamente da dove vuole partire e dove vuole arrivare. Poi ci si muove al prossimo angolo”. [1]

Questo modo di girare ovviamente prevede delle tempistiche più lunghe, ma assicura al regista un maggior grado di controllo, ma allo stesso tempo aumenta anche il rischio di immettersi in problemi da cui diviene poi difficile uscire se non si ha esperienza e conoscenza esatta del linguaggio cinematografico.

Insomma, nel bene e nel male – alla fine, ad ognuno dovrebbe essere data la possibilità di trovare il suo proprio metodo [sempre che i produttori lascino farlo] – si tratta comunque di un modo interessante di approcciare la cinematografia e l’opera che documenta questo processo per Parasite, la graphic novel, è in uscita tra qualche mese. Potete trovarla in pre-order su Amazon.


[1] Intervista su metro.us

Non sapete che film guardare stasera? Per suggerimenti, date un’occhiata al nostro Dizionario dei film.

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