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5 Giugno 2021
Nomadland (2021)
Nomadland (2021)
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Chloé Zhao – NOMADLAND

3.5 out of 5 stars


  • Alcune immagini sono bellissime: il pianosequenza che accompagna Fern mentre passeggia per il campo al tramonto, l’immagine di lei seduta ai piedi di una montagna di patate, ecc.
  • Frances McDormand è mostruosa: reattiva in ogni situazione, trova dei modi di fare clinicamente aderenti al personaggio, la sua faccia è sempre di difficile lettura, così come il personaggio, ma riesce abilmente a far convenire su stessa l’empatia spettatoriale. Con ogni probabilità, con un’altra attrice il film non sarebbe riuscito allo stesso modo.
  • La compenetrazione tra attori professionisti e non professionisti con una direzione attoriale di livello.
  • Una filosofia di fondo che si offre come reazione e via di fuga alla società contemporanea.
  • La musica è inutilmente utilizzata come attore drammatizzante (e spesso offre un “approfondimento” stereotipato dello stato d’animo della protagonista).
  • Alcune immagini che parlano dello stato interiore di Fern sono cliché stantii e semplicistici (v. mare in tempesta).
  • Una certa sostanza che sembra renderlo un po’ cerchiobottista evitando di affondare il piede sull’acceleratore quando potrebbe criticare.

Quindi lo consigliamo?

Sì.

Nomadland è un interessantissimo film di Chloé Zhao che si basa, sia concettualmente che visivamente, sul contrasto tra spazi ampi (spesso risolti in Campi Lunghissimi) e spazi stretti e angusti (come ad esempio il van di Fern).
Gli stessi spazi ampi, armonici, naturali sono messi in relazione ad altri spazi ampi, ma super organizzati, precisi e freddi come quelli all’interno della fabbrica di Amazon.

La pregnanza di questa dinamica degli spazi è anche esplicitata dalla regista che, per dare ancora più risalto a questi paesaggi, li fa incorniciare alla protagonista per il tramite di una pietra con dei buchi. Anche il motivo delle pietre è fortemente simbolico della filosofia centrale del film.

Il vagare di Fern rispetta una sorta di ciclicità naturale e simbolica della vita: è un cerchio che ritorna dove tutto ha avuto inizio per il personaggio (sebbene lasciato nel non visto, l’incidente “scatenante” è la grave crisi economica della “Great Recession” e lo smantellamento di interi nuclei abitativi sorti intorno ai posti di lavoro).
Nomadland parla di morte, di nascita, di rinascita, di memoria, di viaggio: la vita come un eterno divenire.

La narrazione rispecchia fortemente questo concetto e pur essendo pienamente lineare, le catene causa-effetto non sono drammatizzate in maniera spettacolare, né tantomento organizzate seguendo un plot centrale unico forte, e questo è il motivo più interessante della pellicola. Ovviamente, pur in mancanza di questo plot centrale, il cambiamento c’è sul piano del personaggio ed è lasciato fugace, senza calcarci troppo la mano (v. i due differenti capodanno che vive Fern).

In conclusione però, sebbene Nomadland si presenti in maniera interessante e offra un buon grado di soddisfazione visiva, a tratti diventa stranamente stereotipato e invecere di rendere il tutto organicamente interessante seguendo la direzione narrativa intrapresa, compie l’errore di fidarsi di cliché un po’ banali portati avanti da alcune delle componenti (v. la musica) e vanifica parte del lavoro fatto per renderlo interessante.

In fondo alla pagina trovate il trailer per decidere da voi se guardarlo o meno.


Citazione dal film

Hai già avuto modo di dare un’occhiata alla nostra pagina di citazioni? Chissà, se sei fortunato, troverai una frase tratta da un tuo film preferito. Non l’hai ancora fatto? Vieni a giocare con noi.


Trailer:

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