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8 Novembre 2021
Ultima notte a Soho (Last Night in Soho, 2021)
Ultima notte a Soho (Last Night in Soho, 2021)
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Edgar Wright – Last Night in Soho (2021, trad. it. “Ultima notte a Soho”)

3.5 out of 5 stars


Citazione del film

  • Fotografia sulle colorazioni del bistrot, molto interessante.
  • La messa in scena, come sempre per Wright, è piena zeppa di ottime inquadrature e interessantissimi spunti di linguaggio audiovisivo.
  • Bello il fatto che Wright sia passato da un film dai temi quasi machistici (auto, corse, sparatorie) ad un altro in cui il carattere macho è decisamente (e giustamente) segnalato come violento.

  • Script un po’ semplicistico.
  • Film che, all’interno della carriera dell’autore, sembra essere più volontà di immergersi in un genere che l’affascinava, piuttosto che effettivamente ispirato.
  • Purtroppo la versione italiana deve fronteggiare un doppiaggio orrendo che perde giochi di parole e tinte di humor.

Ne consigliamo la visione?

Sì.

Due parole sul film.

Ultima notte a Soho (2021, “Last Night in Soho”) è sostanzialmente un film sulla ricerca della propria identità di una giovane donna che, avendo perso la madre quando aveva solo 7 anni, ha difficoltà nel trovare il suo posto nel mondo.

E fin qui sarebbe anche tutto banale se non fosse per il fatto che il viaggio alla ricerca di identità di Eloise – che tra le altre cose ha anche il potere di vedere …ehm… cose – corrisponda letteralmente al vivere un sogno (il desiderio di vivere un’epoca diversa proprio di quasi tutte le generazioni) che però ben presto si trasforma in un vero e proprio incubo (tinto di sfumature horror quasi da B-Movie) dal quale nè la protagonista, nè il suo doppelganger sembrano davvero aver modo di riemergere.

Ma ciò che rende il film più interessante e lo smuove da un incipit non propriamente originale è il fatto che questo scivolamento nell’incubo, perfettamente calato in un’atmosfera pienamente londinese e che restituisce molto dell’ambivalenza stessa della città, è perfettamente sorretto dalla messa in scena di Wright e dalle scelte visive e sonore di cui è ormai pienamento in controllo.

Seppur non ci siano sequenze di pura eccellenza (dal punto di vista di linguaggio cinematografico) come ad esempio avviene nelle prime due scene di Baby Driver, alcuni passaggi sono veramente ben costruiti e coordinati egregiamente: Edgar Wright è un regista ormai maturo e in totale controllo dei mezzi linguistici e sa come plasmare le sue storie anche ad un livello più profondo sia da un punto di vista estetico – con citazioni cinematografiche che spaziano dal giallo, al film noir degli anni ’50 fino ai famosissimi spezzoni di L’enfer di Clouzot con Romy Schneider – sia da un punto di vista prettamente narrativo.

Infatti, l’identificazione di Eloise con una figura diversa (Sandy) che fondamentalmente ne riflette età e condizione (l’essere spaesati all’arrivo in una nuova città come Londra) avviene tramite uno specchio, in una delle più letterali trasposizioni cinematografiche del concetto lacaniano dello “stadio dello specchio” (con un’aggiunta di un tocco sullo specchio che sembra voler indicare proprio il gesto delle nuove generazioni del “tap” su uno schermo di uno smartphone, andando a segnalare un possibile sottotesto riguardo alle identificazioni non filtrate delle generazioni contemporanee con modelli non propriamente educativi).

Il film, però, ha qualche limite che si ritrova principalmente sul piano narrativo: sebbene sia tutto in ordine da un punto di vista strutturale e la storia si lasci seguire con ordine (e con qualche twist prevedibile o meno, ma questo è un altro discorso), molte dinamiche tra i personaggi (oltre quella Eloise – Sandy) sono veramente semplicistiche e in alcuni tratti anche insopportabilmente macchiettistiche: mi riferisco principalmente a tutto il mondo del “college”.

In ogni caso, Ultima notte a Soho, è un divertente pastiche post-moderno che riesce ad essere godibilissimo anche nel suo carattere fondamentalmente d’intrattenimento. Un film che si lascia guardare sia in superficie, sia in profondità, a patto che però che non si scavi troppo, altrimenti poi vengono fuori gli scheletri, o meglio, i fantasmi.

“Allora, lo guardo o non lo guardo?”

Beh, adesso sai cosa ne pensiamo noi, ma se sei ancora indeciso, dai un’occhiata al trailer per decidere da te se guardarlo o meno.

Ora, se sei convinto, non ti resta che guardarlo, oppure se l’hai già visto e hai qualcosa da dire riguardo questo film, lascia un commento alla fine della pagina ed esprimi tutto quello che vuoi riguardo la pellicola. Su questo sito, siamo sempre contenti di ospitare opinioni altrui sul cinema e perché no, aprire un dibattito se non sei d’accordo con noi.


Qualcosa di più?

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Oppure se, invece di qualche parola a caldo, cerchi qualcosa di più approfondito, dai un’occhiata alla nostra pagina “Analisi” dove oltre al commentare alcune pellicole, analizziamo anche le tecniche di messa in scena.


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