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15 Marzo 2020
Apocalypse Later, please! | Il Dottor Stranamore
Apocalypse Later, please! | Il Dottor Stranamore
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Apocalypse Later, please! è una sezione nuova di questo sito che intende, in questi tempi particolari, offrire un consiglio su che film guardare: oggi “Il dottor Stranamore”

Premessa su questa nuova “rubrica”.

In questi tempi complicati, difficili e senza precedenti che prescrivono un tempo (al momento ancora indefinito) di isolamento e di chiusura all’interno delle proprie case, abbiamo pensato che avremmo potuto suggerire modi per usare questo tempo cercando di capovolgere la sensazione “apocalittica” che al momento avvolge di nebbia le nostre vite. Proveremo a trasformarla in qualcosa che possa farci pensare, anche ridere, “esorcizzando” la paura e le angosce.
Ogni giorno (o quasi) – sperando di mantenerci sani ancora a lungo [diavolo, questa è esattamente quella sensazione, quel pensiero che stiamo cercando di “esorcizzare”] – vi scriveremo di un film che per un motivo o per un altro ci sembrerà interessante da guardare o riguardare e che ha a che fare (anche se magari solo metaforicamente) con il concetto di Apocalisse (e le misure prese), così come trattato al cinema. Speriamo che possa aiutarvi a passare il tempo e chissà magari anche a farvi una risata – possibilmente spoilers free.

Il film di oggi: Il dottor Stranamore – ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba
Natura o Uomo?

Ripper: Mandrake. Mandrake, ti sei mai chiesto perché bevo solo acqua distillata, o acqua piovana e solo alcol puro?

Jack D. Ripper in “Dottor Stranamore”

Come per gli altri film che fanno e faranno parte di questa nuova “rubrica”, ci troviamo di fonte ad una situazione cinematografica “apocalittica”. Sebbene non necessariamente vista “dal basso”, ma bensì approcciata dal punto di vista delle “segrete stanze” del potere, e non tanto un qualcosa dovuto ad un cambiamento naturale, quanto totalmente di carattere umano (la guerra), la catastrofe anche in questo film sembra approcciare inesorabile.

Il dottor Stranamore – ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba è un film del 1964 diretto da Stanley Kubrick. Si tratta del suo settimo film ed è il film che precede 2001: Odissea nello spazio. Un film che come al solito per Kubrick si regge su un regime visivo ben preciso ed ispirato e che tende a soggiogare i personaggi in un qualcosa di ben più grande degli individui stessi.

Nel film, il periodo storico è di quelli simbolici (almeno per noi nel 2020): siamo in epoca guerra fredda. Gli uomini erano abituati a vivere in un contesto nel quale una semplice “scintilla” (da uno dei due lati della cortina) avrebbe potuto condurre ad un’escalation così rapida da trasformare la condizione di vita umana e trasferirla con ogni probabilità sull’orlo (se non oltre) del baratro.

Immaginate questa sensazione che viviamo noi tutti oggi e, seppur in maniera decisamente meno “potente” e visibile, spalmatela su un periodo lungo almeno quarant’anni. Esatto: come diavolo ha fatto la gente a sopravvivere e “fidarsi”?

Uno degli elementi narrativi che rendono ancora più inquietante la situazione nel film sta nel fatto che uno dei personaggi, il generale Jack D. Ripper (che si legge come Jack Lo Squartatore), crede che l’acqua – elemento cardine della nostra natura – sia contaminata. E cosa può sembrare più contemporaneo di qualcosa che attacca la nostra quotidianità nella vita naturale in maniera inaspettata e invisibile – qualcosa di cui non riusciamo a capire la provenienza e non riusciamo a vederne la caratteristica?

Il tono del film.

Nonostante l’introduzione possa far pensare che il film si evolva secondo ritmi lenti e drammatici, la vera forza di questo film – e motivo per cui lo inseriamo nella sezione Apocalypse Later, please! – sta nel carattere satirico e comico che avvolge l’intero film.

I personaggi sono macchiette: scienziati pazzi, generali militari completamente fuori di senno, una war room che sembra un circo, e poi, infine, Peter Sellers – con menzione a parte – che interpreta ben 3 ruoli diversi e lo fa in maniera eccezionale. Il ritmo ed il montaggio rendono il film inesorabile. Anche il trailer stesso del film sembra sottolinearne il carattere comico prima ancora che quello “apocalittico”:

Lo stesso titolo del film dà nota del capovolgimento satirico e del tentativo di far pensare le persone tramite la risata: Il dottor Stranamoreovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba. Come si potrebbe d’altronde “amare” un qualcosa di così mortale come una bomba atomica (a meno che non si è il pilota del bombardiere)?
La chiave sta nello smettere di preoccuparsi e, rispettando tutte le misure richieste per far sì che l’emergenza contemporanea rientri e tutto possa tornare in tempi quanto più possibile brevi ad una relativa normalità, ridere ed esorcizzare i fantasmi della paura.

Perché proprio questo film?

Sappiamo benissimo che la scelta di questo film possa essere vista come leggermente fuori tema e ne capiamo le motivazioni. Quello su cui volevamo accendere i riflettori è la presenza incontrollabile di notizie che intendono offrire delucidazioni su ciò che sta “realmente” accadendo: ci riferiamo ad una serie di “tesi” di persone e studiosi – o sedicenti tali – che stanno cercando in tutti i modi di spacciare la propria opinione paranoica per verità.

Infatti, così come fa il generale Ripper – non capendo la “provenienza” e le “caratteristiche” del pericolo (nel suo caso specifico forse la sua pazzia) – ci si inventa “un nemico umano” quindi che può essere sconfitto più facilmente. È il caso di teorie e congetture che si leggono ogni giorno e che additano una volta gli americani, un’altra i russi, un’altra ancora i cinesi, per finire a questi o a quelli – rei di aver creato in laboratorio il virus (associandolo così per esempio alla bomba atomica del film) di cui stiamo pagando le spese noi tutti. La pericolosità di congetture che sono ormai un po’ “fuori controllo” e che si cibano della paura delle persone e della loro volontà di voler capire cosa succede così da poter essere preparati, ha raggiunto livelli capillari e allarmanti.

Non dubitiamo che una qualche forma di ricerca e di studio sulle origini di quello che stiamo vivendo vada fatto ed affrontato nel modo più serio possibile, e nemmeno siamo ingenui nel pensare che tutto ciò che ci viene detto dalle fonti ufficiali sia verità assoluta, ma siamo anche consapevoli che lo sfruttamento di punti “oscuri” delle notizie, per far si che il sospetto vada a finire su una “mano” invisibile che ha creato tutto ciò, è altrettanto pericoloso quanto il virus, in quanto nasconde ciò che veramente stiamo affrontando.

La “mano” che muove i fili di nascosto presume il fatto che l’uomo sia al centro dell’universo e sia sempre e comunque responsabile per quel che accade su questo pianeta. Seppur vero per molte problematiche che creiamo a questo pianeta e per ciò che accade nel film (la guerra), questa tesi ci sembra non dar il giusto peso al potere della natura (e del caso), e in ultima istanza della vita stessa. Non rende cioè conto della forza della natura di trovare i modi per “vincere” costantemente sulla presunzione di “totale controllo” che l’uomo pensa di esercitare sulla stessa (Jurassic Park, anyone?).

È sempre e solo la natura a vincere.
Esattamente come nel caso del film in cui l’idiozia – fattore culturale, sì, ma probabilmente, lanciando una provocazione, anche condizione “naturale” umana che caratterizza anche quelle “segrete stanze” indicate da alcuni discorsi “complottistici” – e il distorcimento della realtà provocano un’apocalisse al suono di un “rodeo” texano.

E a noi, che oggi ci ritroviamo ad affrontare una situazione terribile, non resta far altro che ridere dell’uomo e della paura, in attesa che la nostra vita, la nostra natura, trovi un modo di vincere e aiutarci a ripartire.


Non sapete che film guardare stasera? Per suggerimenti, date un’occhiata al nostro Dizionario dei film.

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